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27 GENNAIO 2014 - H.21.00

info e prenotazioni
011.207.58.59  -  biglietteria@teatroaraldo.it

 

tutti i nostri spettacoli sono prenotabili anche tramite il circuito

CARTOLINE DA BERLINO

compagnia
THEANTROPOS

Cartoline da Berlino

di Enzo Pesante

 

La comicità travolgente del teatro di varietà, le canzonette dell’epoca (Bellezza in bicicletta, Ma le gambe…) e il dramma degli internati militari italiani durante la seconda guerra mondiale… 

 

Lo spettacolo nasce dal racconto, documentato in una lunga video-intervista  realizzata nel 2010, di Ettore Jacopi, nato a Torino il 24 marzo 1926. Jacopi, oggi in pensione, fu operaio deportato in Germania nel quadro delle rappresaglie per gli scioperi a Torino del marzo del 1944. Proveniente da una famiglia di saltimbanchi e attori di varietà, Jacopi viene costretto a lavorare per i tedeschi e nel giorno della liberazione si trova a Berlino con migliaia di internati militari in attesa di un non prossimo rimpatrio.

 

Sarà una giovane donna, tenente dell'Armata Rossa, a chiedergli di organizzare uno spettacolo di varietà per gli italiani, per lenire le angosce della prolungata prigionia. L'operaio deportato allestisce uno spettacolo che riscuote un grandissimo quanto inaspettato successo: con opportuni aggiustamenti, verrà replicato fino al rimpatrio. La giovane ufficiale sovietica addirittura chiederà a Jacopi di ritardare il rientro a casa e di esibirsi per altri militari italiani che ancora restavano nell'impossibilità di partire nonostante la fine della guerra. Pur tentato, Jacopi sceglierà la via di casa.

 

Lo spettacolo rappresenta in primis gli aspetti concreti della storia degli Internati militari italiani (Imi), categoria a lungo semi-dimenticata nell'universo della deportazione in Germania, resa diversa dalle altre da una possibilità di scelta, che per la stragrande maggioranza degli Imi sarà comunque un no reiterato alla collaborazione con il nazifascismo.  Le motivazioni di quei no, nella loro varietà, le radici di una capacità di scegliere dopo vent'anni di dittatura fascista totalmente deresponsabilizzante, sono oggetto prioritario d'indagine nell'azione teatrale.

 

C'è inoltre l'infernale universo multietnico degli 'schiavi' al lavoro nella Germania nazista, di cui gli Imi sono una componente, un universo con precise e decisive gerarchie al proprio interno, proiezione economicamente sfruttabile di quel razzismo su cui è imperniato il nazifascismo.

 

C'è in terzo luogo la Berlino/Germania 'anno zero' del 1945 che è desolazione, ma anche contesto di una rinascente voglia di vivere in chi è stato tanto sfiorato dalla morte e anche di costruire una nuova Europa.

 

C'è infine la forza del teatro, dello spettacolo, dell'arte forse, arte della comunicazione in grande e in piccolo, specchio che può riflettere insieme passato, presente e immagini di futuro. Sul palcoscenico di Jacopi le canzonette dell'Eiar, le battute del varietà anni Trenta, le canzoni della guerra, qualche colta citazione sono solo il punto di partenza per catturare e sondare i cuori di italiani affamati e straccioni e cogliere nuove lunghezze d'onda nel loro battito.

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TEATRO ARALDO - STAGIONE 2013 | 2014

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