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17 NOVEMBRE 2013 - H.16.00

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compagnia
LE VENERDI'

ELISA! DOVE SONO LE MIE CIABATTE?

dal PIGMALIONE di  G. B. Shaw

 

Abbandonati rapidamente le strutture e i moduli del dramma naturalistico, G. B. Shaw si orientò sempre più verso un teatro-conversazione in cui il fragile intreccio è solo il pretesto per un perenne dibattito polemico. L'attacco di Shaw alla società inglese e ai suoi valori oggi non sembra però così dirompente e rivoluzionario: risulta più brillante e paradossale che profondo.

 

È per questo che nella versione che proponiamo, ispirata alla commedia "Pigmalione" (la cui prima rappresentazione avvenne nel 1914), sono stati volutamente sfumati i riferimenti all'assistenzialismo, all'emancipazione della donna, alla questione della lingua, temi tipici nella polemica dell'autore - che pur rimangono latenti nello svolgersi della rappresentazione - per sottolineare l'atmosfera lieta e solare delle "plays pleasant" o "commedie piacevoli", come l'autore stesso le definì.

 

Sempre attuale rimane invece la denuncia di una società in cui l'apparire (il modo di parlare), conta più dell'essere.

 

Ed efficace risulta ancora la formula che Shaw aveva appreso dal conterraneo Oscar Wilde nei primi anni del 1890: è possibile parlare di cose serie al pubblico senza cessare di divertirlo.

 

La situazione di Pigmalione è troppo appetitosamente simile a quella fatidica di Cenerentola per non essere stimolati ad evidenziarne la dimensione - favola. Malgrado gli anatemi di Shaw, fin dalla prima rappresentazione inglese attori e registi modificarono il copione originale - che non terminava con il matrimonio fra Elisa e il professore - per giungere al lieto fine tradizionale. Così si conclude anche il fortunatissimo adattamento di Pigmalione a commedia musicale cinematografica ad opera degli americani Lerner e Loewe negli anni 1950.

Sulle orme di tali maestri, il nostro adattamento compie  un esperimento : portare sulla scena le più belle canzoni del film, suonate e cantate dal vivo, opportunamente inserite come piacevoli quadri di colore nello svolgersi dell'azione.

 

Abbiamo poi voluto trasferire la storia da Londra alla Torino dei primi del ‘900, ribattezzando i personaggi con cognomi tipicamente italiani e ritrovando con piacere luoghi e vie della nostra città, così da cogliere meglio i riferimenti alle sfumature linguistiche e dialettali che caratterizzano la vicenda.

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