15 MARZO 2014 - H. 21.00

GOLIARDA - SPETTACOLO CINETEATRALE




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GOLIARDA
di C. Raggi
Lo spettacolo muove da due testi di Goliarda Sapienza: “ l’Arte della Gioia”, suo capolavoro e importante testimonianza del secolo appena trascorso, per la pubblicazione del quale si è ridotta in povertà; e “Il Filo di Mezzogiorno”, che narra degli anni vissuti in una terapia selvaggia dopo l’elettroshock. Il filo narrativo si basa sull’alternanza della loro trasposizione teatrale.
Senza la terapia e il processo di ricostruzione di “sé” e della memoria come meta fondante dell’individuo raccontati nell’uno, non avrebbero preso vita i personaggi dell’altro.
Inutile negare che i temi toccati da Goliarda siano scomodi. Inutile negare che Goliarda Sapienza abbia avuto il coraggio e la forza di scrivere queste cose, ed è inutile negare l’importanza che sta nel rilevare queste verità.
Nello spettacolo il linguaggio cinematografico confluisce in un contesto teatrale, a partire da una messa in scena iniziale che prevede l'utilizzo di uno schermo che ricalca, come suggestione, quello del cinema. Questa “tavola bianca” si rinnova continuamente nella sua funzione, interagendo attivamente con la pièce come elemento fondamentale della scenografia, che attraverso un gioco di prospettive entra in relazione con l'attrice che interpreta Goliarda Sapienza, l'unica in scena dal vivo, e come schermo cinematografico che proietta e scandisce la turnazione narrativa e introduce gli altri attori presenti solo nel video.
La scelta registica in definitiva pone sul palco l'attrice che interpreta Goliarda solo durante la terapia, e lo sottrae alla vista del pubblico durante l'"Arte della Gioia", esattamente come lo scrittore che comunica direttamente col suo pubblico attraverso la scrittura e non con la sua presenza fisica.