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15 FEBBRAIO 2013 - H.21.00

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ESIA

IO SONO UNA STELLA - STORIE DI DONNE E DI GUERRA

IO SONO UNA STELLA.....

 

“Io sono una stella “, è uno spettacolo di denuncia e di riflessione sulla condizione della donna in tempo di guerra. Se si parla di guerra, anche se il termine nella lingua italiana e’ al femminile, si pensa soprattutto alla crudeltà maschile, ai soldati, agli uomini politici; ma la guerra coinvolge anche le donne come vittime e come carnefici. Questo spettacolo vuole proprio raccontare il punto di vista delle donne! Sono monologhi di donne da tutto il mondo che vogliono far conoscere la loro guerra, le loro ansie e le loro speranze per un nuovo mondo e un nuovo senso di libertà.

 

La particolarità della scelta registica è di ricreare un luogo semplice e neutrale dove sia solo la parola ad avere importanza, lo spettatore viene coinvolto nelle storie narrate come se fossero apparizioni dirompenti . Coreografie di danza contemporanea esaltano e accompagnano l’intersecarsi di luoghi e culture differenti, dando vita a scatti di fotografie che riportano alla luce stati d’animo di un passato che mai dev’essere dimenticato. La scelta musicale per tutto lo spettacolo è il frutto di un’attenta ricerca delle diverse etnie, di modo che il pubblico sia coinvolto in un viaggio di suoni, parole e immagini che termina con un grido di speranza.

 

 

A scuola ci insegnano la guerre, i nomi di famosi battaglie, di valorosi condottieri, dittatori invasati ed eroi, ma nessuno insegna la materia ‘Pace’.

‘Guerra’ è una parola che spesso sentiamo pronunciare. Si parla di conflitto, soldati, uomini guardando i telegiornali, sfogliando i quotidiani, nei racconti dei nostri nonni e la guerra ci sembra sempre in qualche modo lontana, relegata a una stretta cerchia di persone che si trovano sul campo di battaglia. Ma la guerra colpisce tutti. Nei paesi dove tutt’oggi ci sono conflitti in corso, purtroppo colpisce soprattutto donne, bambini, anziani. Il 90% dei morti nelle guerre odierne fa parte della popolazione civile. Il 90%! A differenza delle vittime della Prima Guerra Mondiale , ovvero neanche un secolo fa, dove la popolazione civile colpita era il 5%. Perché? Perché le donne? Perché i bambini? I motivi sono svariati, le donne ad esempio spesso vengono considerate le procreatrici del ‘nemico’ e per questo obiettivi da eliminare, i bambini vengono mutilati così che cresca un nemico storpio, inoffensivo e per di più un peso sulle spalle della società avversaria.

La ricerca che abbiamo condotto prima di giungere alla stesura di questa sceneggiatura, alla messa in scena di questo spettacolo, è stata mirata ad indagare, ricercare, ascoltare storie di chi la guerra l’ha vissuta, donne che hanno saputo resistere, donne che si sono nascoste all’ombra dei propri uomini, donne che hanno denunciato e donne che non hanno potuto o voluto denunciare, donne che hanno vinto la propria personale battaglia e donne che hanno semplicemente voluto dimenticare…

Ogni guerra va ripudiata, qualunque essa sia, guerra tra nazioni, guerre di terrorismo, guerre di odio, guerre di religione, guerre ‘umanitarie’.

Vogliamo denunciare avvenimenti che la gente ignora, risvegliare dolcemente le coscienze perché ognuno prenda atto e possa liberamente scegliere di ignorare.

Vogliamo mostrare la guerra attraverso gli occhi di un gruppo di donne, nello stesso modo in cui avverrebbe probabilmente passando attraverso l’universo maschile, ma preferiamo farlo con la sensibilità e il filtro dell’animo femminile, senza esaltare ne condannare, per avere un nuovo punto di vista.

Il messaggio di questo spettacolo vuole essere il più possibile imparziale. Noi abbiamo voluto e potuto raccontare solo alcune storie, mostrando in un tempo limitato, com’è quello di uno spettacolo teatrale, tutti i lati e i punti di vista possibili, perché la donna non è solo “vittima della guerra”, ma si è ritrovata più volte artefice e aguzzina, come disse una giornalista americana “un utero non sostituisce una coscienza”.

Sono piccoli racconti, ma storie importanti che arrivano dritte al cuore di ognuno di noi.

 

Senza dare giudizi o prendere le parti, se non quelle contro la guerra stessa e la stupidità del genere umano, vogliamo raccontare come fatti di cronaca (mantenendo ovviamente il pensiero del personaggio/protagonista), ciò che è successo e ancora accade, in modo che ognuno possa trarre le proprie conclusioni e decidere cosa pensare e da che parte stare.

 

Donne che raccontano…no, la guerra non è fatta solo di uomini…

TEATRO ARALDO - STAGIONE 2013 | 2014

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